8 marzo
24/11/2024
“Nella Pubblica Amministrazione, secondo i dati ISTAT 2020, in media, una dipendente statale, pur essendo più scolarizzata rispetto al collega uomo (69% contro il 31% possiede una laurea magistrale) guadagna? oltre il 30% in meno? del suo collega a parità di giorni lavorati. Le donne rappresentano il 58% del totale dei dipendenti pubblici, ma le percentuali sono decisamente differenti se saliamo ai vertici. Nella sanità, ad esempio, fra i medici le donne sono il 38%, ma solo il 14% titolari di incarichi di direzione. Negli enti locali, dal 57% di donne impiegate, si scende al 26%? negli incarichi dirigenziali. Questi dati ci dicono che è necessario invertire la tendenza e che il tema della parità e delle pari opportunità non riguarda solo il privato ma anche il pubblico impiego, ove il tema non è molto presente nel dibattito pubblico, ancor meno in quello scientifico e giuslavorista”, dichiarano Domenico Proietti, Commissario Straordinario della UIL-FPL e Rita Longobardi, Coordinatrice Nazionale delle Pari Opportunità UIL-FPL.
“E’ diffusa la convinzione che nel settore pubblico le disparità di trattamento legate al genere non siano così frequenti e spesso si finisce per occuparsi quasi solo di questioni legate al tema della conciliazione vita-lavoro”- proseguono Proietti e Longobardi, che concludono- “come UIL-FPL lanciamo proprio oggi, al di là delle solite frasi d’occasione, una concreta azione da applicare nell’immediato: la certificazione di genere anche per il pubblico impiego, come già avviene per il ? privato. Il datore di lavoro pubblico non può latitare e deve accreditarsi su questo importante tema, essere esemplare ed avere un ruolo attivo nel raggiungere il doveroso riconoscimento di quei diritti fondamentali che appartengono ad ogni persona”.